Editori e librerie cattoliche. Quale il loro valore aggiunto?

Il seminario UELCI, che si terrà lunedì 26 ottobre presso la Fondazione culturale Ambrosianeum, analizzerà quattro ambiti fondamentali del settore: le librerie religiose tradizionali e online, l’editore cattolico, il lettore di libri religiosi e l’autore di testi religiosi.

In questi anni l’Unione editori e librai cattolici in collaborazione con il Consorzio per l’Editoria Cattolica e l’Associazione italiana editori ha proposto dal 1999 un Osservatorio sull’editoria religiosa. Dall’Osservatorio, anno per anno sono emerse le opportunità e la crescita del settore (in termini di mercato), ma anche i cambiamenti di pubblico, le trasformazioni (e la crisi) dei tradizionali canali di vendita e delle librerie di insegna cattolica, la crescente concorrenza portata dagli editori di varia e dagli store on-line generalisti.

L’abbandono di settori come la narrativa e il libro per ragazzi. Un quadro che negli ultimi due anni – causa anche la crisi più generale del settore – pone in modo ancor più drastico l’interrogativo se l’editoria religiosa italiana e le librerie cattoliche comunicano ancora un senso e un valore a un pubblico che sta cambiando pur crescendo il suo interesse verso i temi del religioso e al suo approfondimento.

L’altro grande tema in gioco è quello del profondo legame fra comunità ecclesiale e filiera religiosa del libro. La radici ecclesiali hanno sorretto tutta la storia italiana intorno al libro religioso. Come qualificare il servizio alla chiesa italiana e alle tematiche che la stanno coinvolgendo pastoralmente è la prossima sfida che ci attende.

Le librerie religiose sono state considerate come un presupposto scontato. Le loro chiusure in questi ultimi anni non sono solo conseguenza della recessione economica ma fanno emergere l’impreparazione dei soggetti coinvolti in questo canale distributivo. Quello che manca è un format di “libreria religiosa” capace di essere un punto di aggregazione di lettori di libri religiosi, sia per i credenti che per le persone in ricerca.

È proprio a questi interrogativi – dopo cinque anni di raccolta e di sistematizzazione dei dati del settore – che vuole provare a rispondere il seminario.

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